Scienza

I cobra sputatori da 150 metri al secondo

I cobra sputatori da 150 metri al secondo

Di cobra sputatori, detto anche cobra dal collo nero (Naja nigricollis), ne sono state descritte tre distinte sottospecie: il Naja nigricollis nigricollis, il Naja nigricollis woodi e il Naja nigricollis nigricinta, ciascuna delle quali è diffusa in aree diverse, sebbene a volte parzialmente sovrapposte, e possiede caratteristiche morfologiche differenti, soprattutto per quanto riguarda le dimensioni e la colorazione del corpo.

Naja nigrocollis

Diffusione e caratteristiche dei cobra sputatori

Queste sottospecie di cobra sputatori sono specifiche del continente africano. Sono serpenti pericolosi anche per l’uomo: il loro veleno è severamente irritante, una volta lanciato raggiunge i 150 metri al secondo, quando raggiunge gli occhi, può causare la cecità. I cobra sputatori si proteggono sparando getti di veleno negli occhi dei loro aggressori. Un nuovo studio suggerisce che nel corso di diversi milioni di anni, tutti e tre i gruppi di cobra hanno adattato in modo indipendente la chimica delle loro tossine. Il lavoro fornisce un nuovo esempio di evoluzione convergente, che “approfondisce la nostra comprensione di questo sistema unico”, afferma Timothy Jackson, dell’Università di Melbourne.

Come altri cobra, attaccano gli aggressori per legittima difesa. Possono dirigere un flusso di veleno sul viso da più di 2 metri di distanza, mirando agli occhi. Il comportamento è una difesa così formidabile che si è evoluto indipendentemente tre volte: nei cobra asiatici, nei cobra africani e in un cugino chiamato rinkhals (Hemachatus haemachatus) che vive nell’Africa meridionale.

Il veleno dei cobra sputatori

Gli scienziati hanno precedentemente scoperto che il veleno di alcuni altri serpenti si è evoluto diventando sempre più efficace. Analizzando i veleni di 17 specie, misurandone gli effetti, il biologo del veleno Nicholas Casewell della Liverpool School of Tropical Medicine e colleghi, ha testato se anche la composizione del veleno di cobra sputatore fosse cambiata nel tempo, per diventare una difesa più efficace.

La selezione naturale convergente

Il lavoro suggerisce che la selezione naturale ha messo a punto la composizione del veleno dei serpenti, per renderlo una difesa migliore, dice Casewell. Il fatto che i tre gruppi di sputatori abbiano indipendentemente, sviluppato la stessa soluzione di veleno- aumento dell’abbondanza di tossine fosfolipasi A2 – è un esempio di evoluzione convergente. In cui specie che non sono strettamente imparentati, ma affrontano simili sfide per la sopravvivenza, acquisiscono adattamenti simili. “L’evoluzione può essere altamente ripetibile”, afferma Casewell.

Non è chiaro perché alcuni cobra hanno iniziato a spruzzare veleno piuttosto che semplicemente iniettarlo attraverso i morsi. Alcuni ricercatori sostengono che il comportamento protegge i serpenti dall’essere calpestati dai zoccoli dei mammiferi. Ma gli occhi rivolti lateralmente di bufali, zebre e altri mammiferi, sarebbero difficili da colpire con un singolo getto di veleno, osserva Casewell. Invece, lui e i suoi colleghi postulano che i nostri antenati sarebbero stati una minaccia per i serpenti, e avevano convenientemente occhi rivolti in avanti. Ottimi bersagli per i cobra sputatori.

Fonte: Wikipedia e Science.

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