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Una vita particolare: Pat Morita

Una vita particolare: Pat Morita

Il celebre maestro Nariyoshi Miyagi ha avuto una vita davvero particolare

Non solo Miyagi, questo è l’incipit sul nuovo documentario che racconta la storia della vita di Pat Morita, uno dei più amati attori nippo-americani. Il trailer apparso su YouTube l’8 gennaio scorso, ci presenta questo nuovo documentario sulla particolare vita dell’attore americano di origini giapponesi. Targato Love Project Films, celebra l’impatto duraturo sul cinema americano, poiché i filmati d’archivio e i riferimenti del suo personaggio sono ancora utilizzati in nuove uscite come Cobra Kai su Netflix.

La vita di Pat Morita

Figlio di immigrati giapponesi, aveva un fratello di nome Hideo, di dodici anni più vecchio, chiamato da tutti Harry. Il padre era un venditore ambulante di ortaggi. Morita crebbe nella California del Nord ed ebbe un’infanzia difficile per una tubercolosi spinale che lo costrinse a portare un corsetto dai due agli undici anni di età e a numerosi ricoveri ospedalieri. In coincidenza con la guarigione, fu internato in un campo di concentramento per nippo-americani dove rimase fino al termine della seconda guerra mondiale.

Dopo la liberazione

Il giovane Pat cominciò a lavorare nel ristorante cinese di suo padre, intrattenendo i clienti con piccoli spettacoli e curando i gruppi di commensali come maestro di cerimonia. Fino a 30 anni lavorò nella Aerojet-General a Sacramento dove disegnò e costruì motori per missili, in particolar modo per la Marina statunitense. A 30 anni, sposato e con un figlio, decise di diventare uomo di spettacolo iniziando come intrattenitore, diventando il primo nippo-americano a calcare le scene di Las Vegas.

Gli inizi come uomo di spettacolo

Fece la sua prima apparizione sullo schermo in Millie (1967). Si adattò rapidamente al cinema prestandosi in piccole parti in film comici come The Shakiest Gun in the West (1968), al fianco di Don Knotts, e in Evil Roy Slade (1972) al fianco di John Astin. È apparso anche in serie famose come Sanford and Son (1972) e M*A*S*H (1972). Arrivò poi il ruolo che insieme a quello del maestro Miyagi gli portò più fortuna: il proprietario del ristorante Matsho “Arnold” Takahashi in 26 episodi della popolarissima sitcom Happy Days tra il 1975 e il 1976, e di nuovo tra il 1982 e il 1983.

Dopo “Karate Kid”

Poi, dopo la saga di Karate Kid (ben 4 film) partecipò a tante altre serie tv ma in piccoli ruoli come Magnum P.I o Baywatch. Usato come caratterista dalle fattezze Giapponesi, o Coreane o Cinesi, Pat aveva comunque un perfetto accento statunitense che cambiava a seconda della richiesta del copione. È rimasto sempre attivo nel cinema e in tv ed ha prestato la sua voce nel film d’animazione Mulan (1998) nel ruolo dell’Imperatore. Piccola curiosità prevedibile ma che fa comunque male leggere: anche se il personaggio del “maestro Miyagi” era un esperto di Karate, in realtà Pat non conosceva affatto la disciplina nella vita reale.

Purtroppo Morita era un’alcolizzato grave. Il consumo eccessivo di alcol, anche quando i medici lo avvisarono di smettere, fu la principale causa di morte. Infatti il 24 novembre 2005, nella sua casa a Las Vegas, Morita muore per insufficienza renale aggravata da alcolismo cronico. Aveva 73 anni. Una vita particolare quella del maestro Miyagi di Pat Morita: dai campi di concentramento, alla tubercolosi all’alcolismo. Eppure ce l’ha fatta.

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