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Sempre più vicini al turismo spaziale

Sempre più vicini al turismo spaziale

Ci sono diverse società che stanno effettuando dei test sui prototipi di razzi e navicelle che tra non molto daranno il via al turismo spaziale. Virgin è una di queste, ma in questo articolo ci focalizzeremo su Blue Origin, con la sua New Shepard.

Blue Origin

La Blue Origin è una società privata creata nel 2000 da Jeff Bezos, il fondatore di Amazon.

Inizialmente la società si era concentrata sui voli suborbitali, grazie al razzo riutilizzabile New Shepard, protagonista di questo articolo. Ma Blue Origin sta lavorando anche ad un altro razzo, molto più grande, il New Glenn, anch’esso riutilizzabile fino a 25 volte, per portare grossi carichi in orbita terrestre.

Ma non solo razzi. La società è stata scelta dalla NASA, insieme a SpaceX e Dynetics, per progettare un lander lunare per la missione Artemis III, cioè la missione che riporterà gli umani sulla Luna. Il lander della società di Bezos si chiama Blue Moon.

Nella giornata del 14 aprile è stato effettuato un test con equipaggio a bordo per le fasi iniziali e finali del lancio. Hanno fatto tutto come se dovessero partire per poi scendere qualche minuto prima della partenza. Lo stesso è stato fatto al rientro del modulo: quando si è posato sulla terra ferma l’equipaggio è rientrato nella capsula e hanno eseguito le fasi finali come se fossero appena rientrati dallo spazio. L’unico essere a bordo sempre presente è stato un manichino con una serie di sensori.

Le fasi del test

Il test consisteva in un lancio suborbitale fino a 105 km di altezza.

A circa 60 km si spegne il motore del razzo. Questo continua a salire di quota e si separa dalla capsula all’altezza di 75 km.

A questo punto entrambi i moduli continueranno a salire separatamente per inerzia, a motori spenti. La capsula non è provvista di motori, ma solo di piccoli propulsori ad aria compressa per correggere il proprio assetto e per essere usati in fase di atterraggio per aiutare la controspinta del paracadute.

Le persone all’interno della capsula saranno per qualche minuto in assenza di gravità e potranno osservare la Terra e lo spazio dai grandissimi oblò rettangolari presenti accanto ad ogni seduta. Piccola curiosità: questi oblò sono i più grandi mai installati su una navicella spaziale.

Per circa tre minuti potrete galleggiare all’interno della capsula ed osservare l’intero pianeta dall’alto e le stelle come mai prima d’ora.

Il rientro

Raggiunta la velocità 0 e la massima altezza a motori spenti, la navicella inizia la sua discesa in caduta libera controllata.

Il booster, il razzo, scende per primo, precipitando fino alla velocità di 4.000 km/h. Prima di accendere il motore, che gli permetterà di frenare la caduta ed atterrare sulle proprie gambe, resta dritto grazie a dei flap mobili sulla parte alta e bassa del razzo.

La capsula nel frattempo scende più lentamente, ad un velocità di circa 350 km/h. Quando arriva a 250 km/h ed un’altezza di quasi 2 km dal suolo apre i paracadute. Adesso sta scendendo a circa 25 km/h, ancora troppo per l’impatto col suolo. A pochi metri dalla superficie vengono accesi per una frazione di secondo i piccoli propulsori ad aria compressa che servono per creare un cuscinetto d’aria sotto la capsule e frenare più dolcemente l’impatto col suolo.

Tutto questo, da quando si accendono i motori per il lancio fino all’atterraggio della capsula con le persone a bordo, in soli 10 minuti di tempo.

E’ già possibile prenotare un posto a bordo della New Shepard sul loro sito. Buon viaggio!


Per rivedere un riassunto del test vi lasciamo un video di Adrian Fartade qui sotto.

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